Nel panorama culturale della Siria della seconda metà del II millennio a.C., la città di Ugarit - situata sulla costa della Siria settentrionale, di fronte all'isola di Cipro - occupa una posizione eccezionale: pur pienamente inserita nell'ambiente babilonese e aperta alle cultura circonvicine, fu la sola tra le città del tempo a dotarsi di un proprio sistema di scrittura. Questa consiste in una trentina di segni cuneiformi con valore alfabetico, e convive accanto al cuneiforme in cui continuano ad essere redatti testi babilonesi e khurriti. Babilonese e ugarutico si alternano nei documenti amministrativi, nelle lettere, nei testi letterari, mentri il khurrito compare talvolta nei rituali accanto all'ugaritico. I testi letterari ugaritici più importanti, di carattere mitologico, sono tuttavia scritti soltanto in ugaritico e molti di essi sono opera di un solo autore, Ilumilku, vissuto attorno alla metà del XIV secolo a.C. Di Ilumilku, personaggio di spicco alla corte del re, sono i due poemi di Keret e di Aqhat, che in questa edizione sono proposti in una nuova traduzione italiana. Preceduta da una corposa introduzione, e accompagnata da esaustive note storiche e filologiche, la versione di Chiara Peri fornisce un contributo originale alla conoscenza del mondo culturale e religioso della Siria antica.